Milonga Solidaria: un luogo dell'anima
Una volta ho sentito dire a una ballerina di tango che la Milonga Solidaria di Livorno, è un luogo dell’anima.
L’espressione mi colpì perché al tempo che inafferrabile (cosa è un luogo dell’anima?) mi parve subito gravida di significati; ne’ più ne’ meno, pensai… come il tempo che distilliamo noi tutti, o come la vita, insomma. Comunque, che intendesse dire quella ballerina nel suo tentativo di definire la Solidaria, per me è un qualcosa che rimarrà sempre in sospeso fra l’ambito dell’indicibile e quello dell’eloquenza; cioè nell’ambito della poesia. Da lì la sua efficacia, quella potenza d’urto che a distanza di anni fa si che ritorni ad essa – o meglio, che mi s’imponga – come la migliore descrizione possibile quando penso anch’io alla Solidaria; quel raduno che, con la sua grande anima, abbraccia e rimescola ad ogni inizio d’estate ballerini di ogni provinienza, brezze di mare, orizzonti, bambini e adolescenti bisognosi di tante di quelle cose che a volte non possiamo nemmeno immaginare. Perché la Milonga Solidaria, bisogna ricordarlo, ha come scopo ultimo quello di dare una mano, per quanto possibile, ad alcune delle persone che si battono in questo ambito: l’aiuto ai bambini e adolescenti disagiati. Lo abbiamo fatto finora aiutando la Casa Tasso di Buenos Aires, dove tutto è nato quasi venti anni fa e che ormai cammina sui propri piedi, e lo faremo quest’anno destinando i proventi al progetto TangoT21, i nostri invitati di questa edizione, e all’associazione Danzabilmente della Spezia, che generosamente parteciparono alla edizione dell’anno scorso dopo la pausa imposta dalla pandemia. Ai primi perché lavorano nella inserzione sociale di ragazzi affetti da Sindrome di Down attraverso il tango, ai secondi perché sono anni che si battono per la reinserzione attiva di tanti bambini e adolescenti disabili attraverso la danza. Il tempo passa e quella milonga che è nata nel lontano 2005 quest’anno arriva alla 17^ edizione, ogni volta diversa, ma sempre foriera di grandi emozioni. L’appuntamento è, quindi, al 13 luglio. E ricordatevelo: la Solidaria è quel luogo dell’anima nella cui grande anima ci stanno tutte le anime. Carlos Ansò Vicepresidente dell'associazione IXNOUS |
La Terrazza Mascagni è quel posto di Livorno dove i livornesi diventano romantici. Chi conosce un po’ i livornesi e la loro favolosa volgarità saprà che ciò non è poco. È una terrazza affacciata sul mare, con una balaustra di piccole colonne candide che contrastano con il mare azzurro, o magari con il tramonto oro, proprio come fanno le case e le chiese in Grecia, però in modo più raffinato, elegante, lungo anche, perché la terrazza Mascagni è grande, si può camminare tanto ammirando il panorama, esercitando il romanticiscmo e l’eleganza mano nella mano.
Poi la Terrazza Mascagni ha queste mattonelle bianche e nere, non ci avevo mai fatto tanto caso quanto in quest’ultima occasione della Milonga Solidaria, durante la quale tutto a un certo punto mi è parso nero e bianco, forse ché mi hanno ipnotizzato le mattonelle a forza di girarci sopra. O forse ché è andata via la luce in tutta la città, tutta Livorno nel nero più pesto tranne questi 900 e rotti, compresa me, che ruotavano nella forte luce bianca autoalimentata dai previdenti organizzatori, immersi nel buio della notte sul mare, buttati chissà dove dalla Terrazza Mascagni che ha fatto quasi da piattaforma di lancio tra l’aspettativa e il sogno che è sempre stare sul mare la notte. Ballarci, poi. Quella di Ixnous è una milonga a scopo solidale, che si fa ormai da nove anni, e credo sia servita molto come esperienza di lavoro per i tanti, ormai, che organizzano milonghe per raccogliere fondi per associazioni umanitarie come Ixnous . Anche la milonga che ne comprende tante, da città lontane tra loro, è un’aspettativa solidale, il sogno di persone che nel tango fanno cose meravigliose. Roberto ballava con me vestito anche lui di bianco e nero, o almeno così me lo ricordo ora. “L’hai vista la Corsica quando c’era ancora la luce?” come parlando di un’era passata, come in un film di fantascienza dopo una catastrofe epocale che però ci aveva trovato più felici dopo. Parlava di un isolotto a un tiro di schioppo dalla costa che aveva incuriosito anche me nella luce d’oro del tramonto, prima che si facesse tutto buio, ed era come un’ombra nei miei ricordi, come quando spegni la luce e rimane l’alone delle cose illuminate. “Dai! Doveva essere il Giglio”. Mi sbagliavo pure io, era ovviamente Gorgona, ora che ho Google Maps. Ma lui mi guardava fisso, occhi neri sul bianco, un po’ mortificato dall’inutilità di trovare un senso geografico realistico in quel sogno bianco e nero. “No, hai ragione, era la Corsica, era quello che vuoi”. http://www.milongahead.com/milonga-solidaria-ixnous (luglio 2013) |